Fermiamo il Meccanismo Europeo di Stabilità ESM

Fermiamo il Meccanismo
Europeo di Stabilità (ESM)

 

Se il 2 luglio 2012 non
vogliamo assistere alla fine ufficiale della democrazia, impegniamoci ora
contro l’ESM, in particolare contro la ratifica da parte degli stati membri,
come l’Italia, della modifica dell’art. 136 del Trattato sul funzionamento
della UE.

 

Invito tutti a leggere la
mozione contro il Meccanismo Europeo di

Stabilità, nome che suona bene, ma che praticamente affida a un’organizzazione finanziaria intergovernativa le decisioni sulle politiche finanziarie degli stati aderenti.
La promotrice dell’iniziativa è una economista molto preaparata, Lidia Undiemi,
che presenta il problema in maniera chiara ed esaustiva.

 

Anche il peggiore parlamento eletto democraticamente è sempre preferibile a un’organizzazione che ha il potere di imporre a uno stato sovrano come spendere il denaro pubblico e di irrogare sanzioni agli inadempienti (ai quali viene tolto il diritto di voto
per tutto il periodo dell’inadempienza).

 

Un parlamento eletto dai cittadini è in ogni caso preferibile se non altro perché ha un mandato che scade e permette ai cittadini di scegliere nuovamente da chi essere governati.
Invece l’ESM deve diventare una organizzazione permanente di capi di governo e
altro staff “tecnico” dal potere illimitato ai quali è concessa immunità legale
in relazione agli atti compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni e una
incomprensibile inviolabilità dei documenti da essi prodotti.

 

L’ESM vuole diventare un organismo finanziario in cui i 17 paesi aderenti dovranno negoziare, non in qualità di stati sovrani, ma di soci e debitori, scelte di politica economica, monetaria e fiscale al fine di ottenere liquidità per scongiurare il default.
Il paese in difficoltà dunque sarà costretto a cedere la propria sovranità.

 

Perché la BCE deve prestare denaro all’1% alle banche mentre i paesi in crisi devono pagare all’ESM una cifra notevolmente più alta? I soldi tolti alla collettività mediante
l’imposizione delle politiche di austerity serviranno solo per riempire le
tasche di questa nuova istituzione finanziaria.

 

E inoltre perché tutti gli archivi dell’ESM e tutti i documenti appartenenti all’ESM o da essi detenuti devono essere segreti?

Non stiamo creando un meccanismo di giusto contenimento del debito degli stati sovrani, una seria disciplina di bilancio che riduca gli sprechi, la corruzione, l’evasione o
l’elusione fiscale, il che sarebbe altamente auspicabile perché innescherebbe
un meccanismo virtuoso. No, stiamo dando vita a un nuovo soggetto giuridico permanente
che potrebbe addirittura lucrare sull’indebitamento pubblico. E che sarebbe
immune da qualsiasi sanzione e da qualsiasi valutazione anche di tipo etico del
proprio operato.

 

Vogliamo veramente sottomettere la nostra costituzione a una possibile dittatura economica e chissà cos’altro?

 

Vi invito a sottoscrivere questa mozione e a diffonderla il più possibile.

 

Il 2 luglio è molto vicino.

 

Fonti e approfondimenti:

 

http://www.lidiaundiemi.it/?p=780

 

http://www.youtube.com/watch?v=iyQF-tS0iV4

 

http://www.youtube.com/watch?v=L0l49Uj4kdI

 

http://www.youtube.com/watch?v=lD1n705Rk6U

 

 

Economia , , , , , , , , , , , , , , ,

Perché la Grecia si è indebitata per comprare armi?

Perché la
Grecia si è indebitata per comprare armi?

 

 

Invito tutti a leggere la lettera aperta di Mikis Theodorakis.

http://www.infowars.com/mikis-theodorakis-an-open-letter-on-the-truth-about-greece/

Le sue parole accorate devono farci riflettere.

Che cosa è successo veramente in Grecia? Come si è riusciti ad arrivare al fallimento di
uno stato europeo?

E’ vero che  governo e politici corrotti hanno contratto debiti spaventosi per acquistare armi dalla Francia e dalla Germania? Se questo è vero dobbiamo chiedere giustizia e trasparenza e i responsabili devono risarcire i cittadini e lo stato da essi danneggiato.

Non è possibile che non ci siano responsabili. Se ci sono corrotti ci devono essere anche
dei corruttori, a meno che non si creda alla favola del corrotto ermafrodita,
del corrotto autofertilizzante, che si autocorrompe da solo.

Chi ha contratto questi debiti spaventosi? E perché? Qual è stato il suo tornaconto
personale?

E poi anche : chi ha prestato miliardi alla Grecia per comprare le armi? Chi ha fatto
affari sulle spalle di un paese che doveva spendere per il proprio sviluppo, per
la propria occupazione, e invece ha buttato soldi in armi?

E poi bisogna anche pensare alle possibili soluzioni. Se la Grecia è in bancarotta, I
cittadini greci  devono essere i protagonisti di un ritorno più veloce possibile alla normalità, a un’economia magari più modesta, ma autosufficiente. Se è necessario I greci dovrebbero programmare un’uscita dall’euro e un ritorno alla dracma, se questo può essere un modo per uscire fuori dall’emergenza. Certo un ritorno alla dracma significa cercare un’autosufficienza interna, sostenere la produttività delle piccole e microimprese, incentivare la produzione agricola, importare meno dai paesi ricchi e cercare di esportare di più. E’ normale che un paese che già si trova in una situazione disperata tenti
in tutti i modi di risalire da baratro in cui è sprofondato. Il libero mercato
può attendere qualche anno che la Grecia torni a respirare e poi se ne
riparlerà. Poi saranno i greci stessi a decidere se gli conviene rientrare nell’euro
o no.

Perché non si valuta seriamente questa possibilità?

Ogni volta che viene posta la domanda, autorevoli economisti cominciano a iperventilare bollando l’uscita greca dall’euro come catastrofica, ma dovrebbero spiegarci perché
quest’ipotesi è tanto avversata. Talvolta qualche luminare fa ventilare la possibilità
che se la Grecia venisse ufficialmente dichiarata fallita, le banche europee
che hanno prestato soldi alla Grecia verrebbero a perdere miliardi. Ma di
quanti miliardi parliamo precisamente? E come è possibile che tanti manager
bancari di paesi ricchi abbiamo investito somme così alte in un paese di cui si
poteva facilmente prevedere l’insolvibilità?

Solo gli usurai prestano denaro a strozzinaggio a persone che non potranno mai
ripagarli, dunque se condanniamo l’usura e la consideriamo un reato molto
grave, allo stesso modo dobbiamo condannare chi presta denaro a uno stato che
non potrà restituirglielo e che si graverà e graverà i propri cittadini di
interessi da strozzinaggio, da cui non si libererà mai.

Non si può praticare l’accanimento terapeutico su un debitore insolvente, solo perché
la sua dipartita segnerebbe la fine dei guadagni da strozzinaggio. Si deve
mettere fine a questa pratica deprecabile. Se il debito è odioso, come lo è,
perché è stato contratto nell’interesse di un ristretto gruppo di corruttori e
corrotti ma ai danni dei cittadini greci, è giusto che la bancarotta accertata
ponga fine all’obbligo di restituzione.

I responsabili dei governi greci che hanno accettato questo abnorme indebitamento devono rispondere del loro operato dissennato e risarcire i danni causati da
questo  stesso operato. Allo stesso modo devono rispondere le banche che hanno prestato irresponsabilmente denaro alla Grecia portandola al fallimento.

Se l’uscita della Grecia dall’euro comporta il fallimento di qualche banca europea, è
giusto che si sappia chi ha agito in maniera irresponsabile e che quei
dirigenti ne rispondano in prima persona. Un fallimento è sempre provocato da
mismanagement, se questo fallimento porta alla bancarotta di una paese, le
responsabilità penali e civili ci sono e sono enormi.

Economia

Rilanciamo l’impegno politico

Rilanciamo l’impegno politico dentro i
partiti, primarie dalla base

Oggi leggevo nella stampa olandese del grande successo del premier Monti sostenuto dal 60% degli italiani. Penso a
quel 40% che invece non crede che sia giusto risanare sempre e solo a spese dei dipendenti pubblici, dei pensionati e di chi è a libro paga. Non solo ma credo sia assolutamente sbagliato smantellare i diritti dei lavoratori e allargare l’esercito dei precari. A questo portano le decisioni dettate da un fondamentalismo del
libero mercato, che pensa di salvare il capitalismo malato e fallito iniettando nella società dosi sempre maggiori di capitalismo. Tralasciamo poi di commentare sulla chimera della liberalizzazioni che come al solito si tradurranno in un nulla di fatto per quanto riguarda i vantaggi per i cittadini, mentre tutti gli svantaggi della stretta economica peseranno sempre solo su di loro.

Ma sì sa, le grandi lobby fanno appunto lobby e non c’è nessuno, o molto pochi che fanno i lobbyisti dei cittadini.

Purtroppo gli italiani reagiscono fidandosi sempre meno dei partiti a cui solo il 4% darebbe la fiducia stando
alle indagini di mercato della Demos. E’comprensibile, è umano, ma l’apatia e l’astensionismo non portano a nulla.

 E’ un grosso errore allontanarsi dalla forme di organizzazione politiche e sindacali, e ritrovarsi da soli come individui a difendersi dalla dittatura dei mercati finanziari che oltre a schiacciare è invisibile, un mostro kafkiano che controlla tutto e soprattutto è sempre pronto a punire con nuove imposizioni,
nuovi tagli, nuova riduzione di diritti sindacali, del lavoro. Nessun
investimento nel futuro, nessun incoraggiamento dello studio, del merito, della produttività, dell’imprenditorialità. Uno stato che si ritira sempre più e punisce solo mentre le forze oscure e sbandate dei mercati si allargano sempre più sgovernando il mondo.

Credo che sia invece molto più giusto
ricostruire dal di dentro le forme di organizzazione politica, cercare
sinergie, reclamare democrazia, rispetto del pluralismo e rappresentatività anche dentro i partiti.

Le primarie dalla base potrebbero rappresentare una vera e propria rivoluzione copernicana, la riscoperta del
valore dell’impegno politico che si concretizza nella ricerca del bene comune e nella cooperazione per raggiungerlo.

Dovremmo smetterla di ripetere il ritornello che tutti i politici sono corrotti, ma insomma, noi siamo corrotti?  No, allora cerchiamo di diventare noi i politici nuovi e metterci in gioco in prima persona. Invece di allontanarci dalla politica, torniamo a fare politica in modo ancora più assertivo.

Cerchiamo di sfruttare questo grave momento di crisi per superare i nostri egoismi e collaborare dentro i partiti e le organizzazioni verso il ripristino della democrazia elettiva, secondo cui
tutti partecipano veramente ad eleggere non solo i propri candidati, ma anche i loro quadri e dirigenti.

Economia , , , , , , , , , , , ,

Scuola dei Valori Amsterdam 9-11 marzo 2012

 

  Scuola dei Valori

Seminario di formazione politica IdV

guidato dall’on. Antonio Borghesi

Merito, eccellenza, etica ed impegno
civile

 

Amsterdam 9-11 marzo 2012

Dal 9 all’11 marzo 2012 si terrà ad Amsterdam
una master class di formazione politica per attivisti, iscritti e aspiranti
candidati IdV. Ai lavori parteciperà come formatore l’on. Antonio Borghesi che
illustrerà tra l’altro il programma di governo di IdV per le prossime elezioni
poltiiche del 2013. Obiettivo del seminario è la formazione di candidati e
attivisti (scuola di politica), e l’incontro con la comunità italiana in Olanda.

 

Durante i lavori verrà presentato il programma di governo di IdV e in particolare si discuterà della diversità di IdV : valori etici condivisibili e non negoziabili. Altri temi saranno l’Europa che non c’è, la crisi dei debiti privati degli operatori finanziari che ha
provocato la crisi dei debiti pubblici e l’ introduzione della Tobin Tax (tassa
sulle transazioni finanziarie) a livello europeo.

 

L’on. Borghesi illustrerà le proposte per una manovra di finanza pubblica 2012-2015che contiene la riduzione dei costi della politica e delle spese ordinarie delle Pubbliche Amministrazioni, misure fiscali, l’azzeramento del deficit entro l’anno 2014, la riduzione carichi fiscali che pesano sulle imprese e le famiglie e la riduzione dello stock del debito in 4 anni di 95 miliardi di euro.

Nel pomeriggio di sabato si discuterà sulle proposte di IdV in materia di riorganizzazione delle istituzioni italiane all’estero e sul futuro dei Comites, CGIE, corsi di italiano della legge 153.

Domenica invece è prevista la discussione sulle proposte dei coordinatori, referenti e attivisti di IdV estero su diversi temi tra cui il salario minimo garantito europeo e la proposta di primarie interne di IdV volte a ridare alla base degli iscritti la facoltà di candidare, candidarsi e decidere l’ordine di lista.

Ci si occuperà inoltre di definire il profilo ideale del candidato di Idv Esteroquali devono essere le sue competenze, di cosa si deve occupare, cosa deve studiare e imparare, come deve essere reclutato e si ragionerà sull’organizzazione di Idv Estero, situazione attuale, e proposte per il futuro.

Le principali conclusioni delle discussioni dei due giorni saranno pubblicate e inviate al partito centrale. Le mozioni che otterranno il consenso dei partecipanti saranno pubblicate e inviate al partito centrale.

Informazioni e iscrizioni :

Idv.olanda@gmail.com

 

Etica in politica , , , , , , , , , , , , , ,

No alla privatizzazione dei trasporti pubblici

Sono in generale contro la privatizzazione dei servizi pubblici,
soprattutto quelli vitali come acqua, energia, sanità, istruzione,
trasporti.

Il motivo è semplice: un servizio pubblico non può permettersi di
fallire, come è concesso a un qualsiasi imprenditore privato, che se
sbaglia investimento e spende più di quello che guadagna, può
permettersi di fare bancarotta. Le conseguenze di tale bancarotta,
per quanto pesanti per l’impresa e per coloro che ci lavorano, non
ricadranno mai sulla comunità.

Il servizio pubblico no, non può permettersi di fallire, perché in
caso di problemi sarà comunque sempre coperto da una garanzia dello
stato. Come è giusto che sia.

Gli stati non sono poveri, lo sa bene il governo Monti che sta
salvando l’euro o l’Italia proprio tosando la ricchezza restante del
ceto medio, circa 20 milioni di italiani che nel 2012 e negli anni a
venire dovranno pagare salato il “lusso” di avere una casa o una
pensione e vedranno i prezzi moltiplicarsi a causa delle tasse
indirette, inique perché colpiscono tutti, ricchi e poveri.

Cosa succede se privatizziamo i trasporti pubblici e l’imprenditore
che li rileva fallisce?

Succede che l’imprenditore se la cava più o meno bene, se resta sul
lastrico può liberarsi di colpo di tutti i creditori, mentre lo
stato è costretto a intervenire coprendo le falle e il fallimento di
una gestione privata sbagliata. Quindi se l’imprenditore guadagna gli
utili sono suoi e dei suoi azionisti, ma se fallisce, i conti del
fallimento ricadranno sullo stato e dunque sulla comunità dei
cittadini.

Tutto ciò è fondamentalmente ingiusto.

Tanto vale che lo stato mantenga i servizi pubblici, anche perché
non si capisce come possano essere poco redditizi, se fanno gola alle
imprese private. E se dal servizio pubblico si possono anche ricavare
degli utili, perché noi, stato italiano, vogliamo regalarli a un
privato?

Tra i mezzi pubblici, il treno è quello che inquina di meno, chi
viaggia in treno da Napoli a Milano produce in media 31 kg di CO2,
contro i 76kg dell’automobile e i 115kg dell’aereo. Il treno dunque
inquina il 75% meno dell’aereo eppure il nostro governo non fa nulla
per promuovere questa forma di trasporto, anzi continua a punire chi
sceglie questo mezzo di trasporto.

E’ recente la scandalosa abolizione dei collegamenti ferroviari tra
la Calabria e il Nord Italia e la gravissima minaccia di
licenziamento di 800 lavoratori dei vagoni letto. E tutto ciò in
nome di una privatizzazione che non serve ai cittadini italiani,
distrugge occupazione, penalizza i viaggiatori e l’ambiente. Sembra
quasi che si faccia di tutto per scoraggiare il trasporto su ferrovia
a tutto vantaggio del trasporto su gomma e aereo.

A fronte di ciò si fa un gran parlare di alta velocità, proprio
mentre si affossa la rete ferroviaria vitale che non è certamente
solo il collegamento veloce tra Roma e Milano. E’veramente
paradossale che i collegamenti ferroviari anche con l’estero siano
stati progressivamente smantellati anziché potenziati. Solo venti
anni fa esistevano treni che collegavano direttamente  Roma con la
Germania, addirittura Ancona-Amsterdam. Ed erano servizi efficienti e
il viaggiatore veniva trattato con ogni cura, gli veniva persno
offerta la colazione gratis. Oggi le linee dirette con vagoni letto
sono state in gran parte abolite, anche se erano richiestissime.

Non si capisce perché il viaggiatore sia costretto a prendere
l’aereo anche per le tratte che potrebbero essere agevolmente
percorse in treno.

Invece di punire chi viaggia in treno nelle piccole e medie distanze,
lo si dovrebbe incoraggiare con incentivi e premiare la sua scelta,
più rispettosa dell’ambiente.

Certo il sistema ferroviario dovrebbe essere ristrutturato eliminando
sprechi e una gestione

inefficiente, e soprattutto la corruzione  che affligge le strutture
pubbliche, e che fa sì che la selezione del personale spesso
risponda a logiche clientelari e rappresenti soprattutto una
importante creazione di consenso per politici corrotti e imprenditori
disonesti.

Eliminando la corruzione alla fonte  potremmo finalmente selezionare
gli elementi migliori per le strutture pubbliche che potrebbero
funzionare al meglio e produrre servizi efficienti, lavoro,
ricchezza, occupazione.

Diciamo dunque no a una privatizzazione dei trasporti pubblici i cui
vantaggi per il cittadino e per le casse dello stato, nei paesi
europei in cui è stata realizzata, devono ancora essere dimostrati,
mentre gli svantaggi e i disservizi sono sotto gli occhi di tutti.

Potenziamo invece il trasporto di passeggeri e merci su ferrovia,
unico modo per rendere meno inquinante la mobilità e svolgere un
servizio utile per milioni di cittadini.

Economia , , , , , , , , , , , , , , , ,

Il vertice europeo del 9 dicembre e la perdita di sovranità dei parlamenti nazionali

Di silvia terribili

www.silviaterribili.org

 

Nuovo governo italiano

Dall’ultimo post che ho scritto molto è cambiato in Italia e sicuramente ci
rallegriamo di avere un nuovo governo composto da persone capaci ed
esperte, che non ci espongono al ridicolo a livello mondiale e che si
fanno rispettare e prendere sul serio in Europa.

Però la crisi monetaria e finanziaria è tuttora in corso e sta mettendo a
repentaglio uno dei valori più importanti della nostra società. La
democrazia, e cioè il potere legislativo assegnato a un parlamento
eletto dai cittadini  al quale viene affidato un incarico per un
numero limitato di anni e che deve rispondere direttamente ai
cittadini del suo operato.

 

Democrazia come valore irrinunciabile

Certo, la legge elettorale “porcellum” ha fortemente svuotato la
realizzazione concreta del concetto di democrazia in Italia, ma
questo non vuol dire che, dato che la democrazia (al momento) viene
applicata male, sia sbagliata di per sé, sia un concetto sorpassato
e che si possa farne a meno.

Dissento fortemente da questo concetto. Credo che la democrazia sia un valore
imprenscindibile, da coltivare, da custodire gelosamente e da
applicare giorno dopo giorno.

Chi ha un sistema migliore da proporre si faccia avanti.

Non c’è nessun sistema di rappresentanza migliore della democrazia
elettiva, e sta a noi scegliere i prossimi parlamentari o i partiti
giusti che difenderanno i diritti di 60 milioni di cittadini.

Accordo capestro UE del 9 dicembre

L’accordo raggiunto dai capi di governo della UE venerdì scorso 9 dicembre
rappresenta una preoccupante svolta storica nel senso che i 17 stati
hanno deciso di rinunciare alla sovranità dei loro parlamenti
sottoponendosi a  una rigorosa disciplina di bilancio che prevede
sanzioni automatiche in caso di superamento del fatidico 3% di
deficit rispetto al PIL. Se uno stato, per colpa o incapacità dei
suoi governanti, fa lievitare il debito pubblico oltre al 3% del PIL
(come ha fatto regolarmente Berlusconi nei suoi lunghi anni di
governo) la UE potrà intervenire punendo i cittadini italiani con
sanzioni che aggraveranno ulteriormente i pesanti tagli a stipendi,
pensioni, sanità, scuola, ambiente, politiche del welfare.

 

Perdita di sovranità dei parlamenti nazionali

Dunque i parlamenti nazionali perderanno la loro sovranità e i cittadini
saranno ulteriormente puniti, anche se lavorano, producono,
risparmiano e pagano le tasse. Tutto ciò è fortemente ingiusto.

A marzo 2012 i parlamenti dei 17 stati che hanno sosttoscritto
l’accordo, dovranno convincere i rispettivi parlamenti a ratificare
l’accordo stesso. Mi chiedo se i cittadini siano consapevoli di
questo grave passo che il nostro paese si sta accingendo a compiere,
senza nessuna garanzia che i veri responsabili della crisi, e cioè i
mercati impazziti e la speculazione sul debito pubblico, lo
strozzinaggio a danno degli stati per capirci, vengano in qualche
modo ridimensionati, disciplinati.  

Democrazia, sovranità, libero mercato

Dani Rodrik un economista di grande fama (autore tra l’altro di The
Globalisation Paradox, 2011) sostiene che la società oggi si trova
di fronte a un trilemma,  tra democrazia, sovranità e libero mercato
può salvarne solo due. In tal caso l’ultimo valori a cui credo si
possa rinunciare è la democrazia. Ma forse la soluzione potrebbe
essere rinunciare progressivamente a parte della sovranità dei
parlamenti nazionali a patto che questo porti a un aumento
progressivo della sovranità del Parlamento europeo, liberamente
eletto da 400 milioni di cittadini e possibilmente organizzato in
partiti europei e non più esclusivamente nazionali.

Stati Uniti d’Europa

Il sogno potrebbe essere lavorare alla creazione degli Stati Uniti
d’europa, basati sull’elezione democratica di un Parlamento europeo
che da vita a un governo europeo che attua non solo una politica
punitiva di bilancio, ma tutte le politiche di cui deve occuparsi un
vero governo che mette al primo posto i 400 milioni di cittadini e
soprattutto i più deboli tra di loro.

Per quanto riguarda il libero mercato ritengo che ne si dovrebbe
regolamentare il funzionamento, con adeguati paletti perché è
inaccettabile essere sgovernati da bestie feroci (così sono stati
definiti dal nostro premier Monti). Secondo me le bestie feroci non
vanno tenute libere senza guinzaglio nei nostri giardini pubblici a
pascolare tra i cittadini indifesi. Ritengo immorale non limitare lo
strapotere dei mercati speculativi che al momento ci impongono scelte
inique, aberranti e spesso irrazionali. Va bene l’austerità, ma ogni
sacrificio sarà inutile se i mercati continueranno a far evaporare i
nostri soldi faticosamente risparmiati.

Quindi per salvarci potremmo mantenere la democrazia al 100% e
progressivamente dimezzare la sovranità dei parlamenti nazionali
(per trasferirla però a Parlamento europeo) e l’impatto distruttivo
delle speculazioni finanziarie.

Gli economisti difendono i nostri interessi?

Ci dicono che non siamo esperti di economia ed è vero, ma quello che
abbiamo capito molto bene è che i nostri capi di governo  impongono
a milioni di pensionati e al ceto basso e medio già pesantemente
tartassato ulteriori punizioni, che sentiamo di non meritare perché
ci guadagniamo onestamente e con fatica il nostro pane e non siamo
responsabili degli investimenti sbagliati e dell’aumento esponenziale
del debito pubblico causato dai governi berlusconiani.

Perché i governi berlusconi hanno fatto lievitare tanto spaventosamente il
debito e perché i governi europei, non sono intervenuti prima?

Perché l’Europa è stata tanto sorda alla richiesta di aiuto che veniva dai
cittadini italiani che chiedevano una lotta al conflitto di
interessi, una politica fiscale equa? Abbiamo protestato per tanti
anni, ma nessuno ci ha mai ascoltato adducendo come motivo la non
ingerenza nelle politiche di un altro governo europeo.

Oggi però l’ingerenza non solo è autorizzata, ma diventa legge, e si
manifesta per il momento solo come forma di punizione, tagli agli
stipendi, alle pensioni, a tutte le politiche sociale, penalizzazione
del possesso della prima casa come se chi ha una casa dovesse
considerarsi ricco e spaventosi aumenti di prezzo anche per i beni di
prima necessità.

Per finire, la domanda: cosa fare? Penso che la cosa più importante sia
informare i cittadini di ciò che i capi di governo dei 17 paesi
dell’euro hanno deciso a Bruxelles e che i nostri parlamenti dovranno
ratificare. Per cominciare inviterei a segnarsi bene quali partiti
diranno di sì a questa legge che toglie sovranità all’Italia senza
offrire nulla in cambio (ad esempio lotta europea alla speculazione,
all’evasione fiscale, alla corruzione) e non votarli più alle ormai
prossime elezioni del 2013.

 

Una vera unione politica europea

Sono profondamente europeista e credo che dovremmo lavorare per realizzare
entro 100 anni una vera unione politica europea con un Parlamento con
poteri reali che difenda le politiche a favore di 400 milioni di
cittadini europei. Non credo che la via per la realizzazione degli
Stati Uniti d’Europa passi per lo strozzinaggio nei confronti dei
paesi che per colpa di governi inetti e di speculatori immorali hanno
fatto e fanno lievitare il debito pubblico a livelli stratosferici.

Le soluzioni sono altre: Tobin tax, paletti alla speculazione
finanziaria internazionale, lotta all’evasione e equità fiscale,
tagli alle esorbitanti e ingiustificate spese militari.

Pensiamoci.

 

Economia , , , , , , , , , ,

L’Italia è commissariata

Ormai è un dato di fatto. L’Italia è commissariata.
La prossima settimana una delegazione della UE e del FMI verrà a
controllare i nostri conti e a verificare il risanamento del debito
spaventoso che il nostro paese ha accumulato dagli anni 90 in poi.

Siamo storditi, non capiamo come sia possibile, milioni
di cittadini che lavorano, pagano le tasse, risparmiano e non si
sognerebbero mai di rischiare i propri risparmi in speculazioni o
investimenti rischiosi devono oggi sentirsi dire che abbiamo speso
troppo e che dobbiamo licenziare e tagliare i diritti perché i soldi
non ci sono più.

Sì perché questa è la ricetta che viene propagandata
dalla UE, tagli su stipendi, pensioni, ulteriore precarizzazione del
lavoro, smantellamento di servizi pubblici, della scuola, della
sanità, dei trasporti, della cultura, abbandono del territorio alle
catastrofi naturali come quelle che si stanno abbattendo in varie
regioni d’Italia.

E dire che basterebbe poco per avviare la
ricostruzione del nostro paese,
innanzitutto eliminare le
province, combattere seriamente l’evasione fiscale e l’elusione da
parte delle grandi aziende, ridurre gli stipendi dei parlamentari e i
vitalizi, ristatalizzare i servizi che abbandonati nelle mani dei
privati hanno tolto allo stato degli introiti fissi senza migliorare
in alcun modo la qualità e le prestazioni agli utenti. A livello
europeo (anzi globale) invece si dovrebbe introdurre la Tobin Tax,
che permette di frenare in qualche modo la velocità con cui i
capitali impazziti degli speculatori professionisti (gli unici che
lucrano sulla crisi finanziaria) migrano da un angolo all’altro del
globo seminando caos, bancarotte di interi paesi, disastri sociali.
La religione del libero mercato senza limiti e confini ci ha portato
a questo quadro globale di totale destabilizzazione. Vogliamo
ammetterlo, con sincerità a noi stessi? Vogliamo fare un passo
indietro?

Questo dovremmo dire alla UE, dateci una mano a
realizzare queste sacrosante misure per ridurre strutturalmente e
esponenzialmente il debito pubblico.

E invece no, siamo lì a parlare di inutili e
controproducenti liberalizzazioni e privatizzazioni
che non
miglioreranno di una virgola il disastro.

Anche perché se manca la crescita è perché i
salari ormai da anni stagnano
o addirittura vengono ridotti, il
precariato esplode e aumentano le tasse indirette come l’IVA. Come si
può pensare di incentivare i consumi se si riduce la capacità di
acquisto dei cittadini su larga scala? Qualche luminare dell’economia
dovrebbe spiegarmelo. Non si può sperare che la domanda sia
stimolata solo dagli acquisti delle sempre più ristrette classi di
privilegiati che si sono arricchite mentre milioni di cittadini si
impoverivano.

Questo è il paradosso del capitalismo. Permettere che
siano in pochissimi a diventare miliardari e tenere le masse al
limite della povertà o al di sotto. Un sistema simile non può
funzionare. Distruggere lo stato sociale è il modo migliore per
far fallire il progetto capitalista
di libero mercato senza
freni.

Ripensiamoci. Ispiriamoci al modello islandese dove,
dopo una bancarotta di fatto, un nuovo governo di sinistra si è
messo a lavorare sodo per ristabilire lo stato sociale, l’equità
fiscale e la solidarietà. Ricostruiamo il concetto di bene comune e
allontaniamoci dal modello capitalista che in nome del profitto
illimitato sacrifica il futuro di milioni di cittadini.

Economia

L’autunno caldo olandese

 

 

DOMENICA 20 NOVEMBRE: GIORNATA DELL’INDIGNAZIONE

L’UOMO PRIMA DEL PROFITTO – Siamo il 99%!

ore 14 Piazza Dam Amsterdam

 

I piani del governo Rutte e del partito esterno al governo che lo
appoggia rappresentano un attacco inaudito alle arti, alla sanità e
al benessere, all’ambiente, ai trasporti pubblici, ai pensionati, ai
disabili, a chi fruisce di indennità di sussistenza, a chi vive in
una casa in affitto, ai lavoratori, agli studenti, ai migranti e ai
rifugiati.

 

In questo modo il conto della crisi economica viene presentato ai
lavoratori e la base della società viene colpita da una montagna di
tagli. Il governo infrange il rapporto di solidarietà e alimenta la
polarizzazione tra i cittadini mettendo in conflitto i diversi gruppi
di popolazione.

 

Vogliamo rispedire al mittente il conto della crisi. Banchieri, speculatori e grandi imprenditori si sono arricchiti enormemente negli ultimi anni. Non è accettabile che la brama illimitata di profitto distrugga tutto ciò che è bello e fragile e svuoti la nostra democrazia.

 

La logica dei bonus per i ricchi e della crisi per il resto delle
persone incontra un’opposizione sempre maggiore che va dalle proteste di Occupy fino alle iniziative, manifestazioni e scioperi in diversi settori.

 

Il 20 novembre vogliamo mostrare la nostra indignazione contro i piani del governo e lanciare un appello per la solidarietà, la vera
democrazia e difendere il principio che l’uomo prevale sul profitto.
Insieme formeremo un grande 99% in Piazza Dam. Venite tutti e
partecipate con il vostro messaggio e la vostra iniziativa, anche tu
fai parte del 99%!

 

Per maggiori informazioni: http://www.heteherfst.nl/

Economia

Occupy Amsterdam !

Da sabato 14 ottobre la piazza della Borsa di Amsterdam è stata occupata dal
movimento Occupy Amsterdam che vi ha letteralmente piantato le tende
e realizzato un minivillaggio di proposta alternativo al modello
capitalista basato sull’assoluta libertà per il capitale di
annientare le economie dei paesi più deboli, smantellare sicurezze
sociali e diritti acquisiti, abbandonare i cittadini più deboli al
loro destino.

Occupy Amsterdam è un movimento assolutamente pacifico che si sta
estendendo anche ad altre città olandesi, i manifestanti sono in
prevalenza giovani, ma non soltanto, ci sono cittadini di ogni età e
provenienza sociale, tutti uniti nell’entusiasmodi manifestare per
una società più civile, più solidale, più rispettosa del prossimo
e dell’ambiente.

Oggi sabato 21 ottobre circa 2000 persone hanno percorso la città con
striscioni e slogan e hanno raggiunto la Banca d’Olanda,
circondandola simbolicamente. L’atmosfera era bellissima, con bambini
che lanciavano bolle di sapone, non c’è stato nessun incidente.

Sono molto in sintonia con le idee del movimento Occupy e riporto qui di
seguito alcune delle idee e misure proposte:

  1. Prendete i soldi dove ci sono, tassate i ricchi

  2. Il denaro esiste per l’uomo, l’uomo non esiste per il denaro

  3. Dagli anni ’80 sono stati abbandonati tutti gli strumenti in grado di
    tenere in qualche modo sotto controllo i mercati finanziari a
    livello globale

  4. i mercati finanziari devono essere al servizio dell’economia reale e
    non viceversa

  5. nell’economia reale viene prodotto il nostro cibo, vengono costruite le nostre case e viene prodotto tutto ciò che chiamiamo benessere

  6. I mercati finanziari non producono nulla, se non le bolle che
    continuamente scoppiano e producono danni di miliardi.

  7. I ricavati del sistema finanziario vanno sempre ai privati, ma quando
    il sistema implode, i danni e le spese ricadono solo sui cittadini

  8. Dividiamo le banche in casse di risparmio e banche per gli affari

  9. Introduciamo una tassa sulle banche in modo da far pagare un contributo ai corresponsabili della crisi

  10. Aboliamo i bonus elargiti nel mondo bancario

  11. Introduciamo la Tobin Tax sulle transazioni finaziarie

  12. Vietiamo la speculazione finanziaria

Economia

6 settembre 2011 Sciopero!!!!

 

Italia dei Valori Olanda aderisce con convinzione allo sciopero generale indetto dalla CGIL per il 6 settembre 2011 contro la manovra finanziaria del governo e per una contromanovra volta a combattere l’evasione fiscale e ridurre i costi della casta.

Riteniamo fondamentale schierarci in ogni occasione dalla parte dei cittadini e dei lavoratori colpiti da una politica economica che toglie ai poveri per dare ai ricchi.

In particolare chiediamo:

  1. un piano strutturale di lotta all’evasione e all’elusione fiscale

  2. un’imposta straordinaria sui grandi immobili

  1. una sovrattassa straordinaria sui capitali sanati con lo scudo ma non rientrati dall’estero

  2. una rimodulazione della tassa di successione

  3. una riduzione dei costi della politica, tra cui l’eliminazione delle province

  4. un taglio delle grandi opere ambientalmente devastanti

  5. taglio alle assurde spese militari

  6. contrasto alla delocalizzazione delle imprese obbligandole a restituire i contributi pubblici ricevuti

  7. una tassazione progressiva con aliquota al 45% per iredditi al di sopra dei 70.000 euro annui e al 49% per i redditi oltre i 200.000 annui.

Protestiamo fortemente contro le scelte del governo che:

  • attua nuovi tagli agli enti locali che si traducono in una riduzione dei servizi pubblici e un possibile aumento delle aliquote IRPEF a danno dei lavoratori dipendenti e dei pensionati

  • continua a tagliare sulla sanità

  • continua a tagliare sulla scuola pubblica

  • continua ad accanirsi contro i dipendenti pubblici

  • colpisce il sistema previdenziale e l’area della disabilità

  • predispone un obbligo oggettivo a privatizzare i servizi pubblici in spregio al risultato dei referendum

  • modifica l’art. 41 della Costituzione

  • è assolutamente incapace di una qualsiasi politica volta a ridurre il fenomeno del precariato che colpisce le fasce più deboli ed esposte come le donne.

In un momento di grave attacco speculativo nei confronti del nostro paese che cosa fa il governo?

Perché non intraprende nulla contro gli speculatori ?

Perché continua a imporre manovre che, con nuove tasse dirette e indirette colpiscono sempre e solo i lavoratori dipendenti, i pensionati, i giovani, le donne, i cittadini che pagano le tasse e non fa nulla per recuperare l’evasione fiscale o per ridurre seriamente i costi della politica?

Lamentiamo inoltre l’assenza di una politica di riconversione dell’industria nei settori veramente importanti per la società, e soprattutto nel campo delle energie rinnovabili e dell’agricoltura biologica, che potrebbero dare lavoro a centinaia di migliaia di persone e allo stesso tempo contribuire al risparmio energetico e alla riduzione dei gas serra.

Per tutte queste motivazioni, ci schieriamo al fianco della CGIL e dei lavoratori in una protesta che ci auguriamo coinvolga tutta la società la civile italiana, che in un momento di grave crisi finanziaria, ritrovi l’unità e l’entusiasmo per battersi pacificamente per un’Italia più democratica, più civile, più onesta.

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