Maggio 2014, Si vota per eleggere il nuovo Parlamento europeo

 

Maggio 2014, Si vota per eleggere il nuovo Parlamento europeo

Non perdiamo l’ultima occasione per cambiare le politiche europee

 

Non ripeteremo mai abbastanza quanto sia importante esprimere il proprio voto per eleggere un nuovo Parlamento europeo che deve essere sempre di più il legislatore d’Europa.

Non dobbiamo accettare passivamente di essere governati da organismi e istituzioni non elette da nessuno come la Commissione Europea o la Banca Centrale europea o meno che mai i mercati finanziari, le decisioni politiche devono essere prese dal Parlamento europeo che noi ci apprestiamo a rieleggere.

Purtroppo a volte i nostri stessi parlamenti nazionali adottano regolamenti europei che danneggiano le economie dei singoli paesi come ad esempio il Fiscal Compact o il MES di cui ho ampiamente parlato in passato.

Perché il Fiscal Compact è una legge sbagliata?

Perché impone all’Italia, ma anche ad altri paesi periferici d’Europa, di ridurre il rapporto tra debito e PIL al 60% entro 20 anni.

Dato che il rapporto debito/PIL in Italia è del 130% e visto che la crescita del PIL è negativa, si prevede che comunque nei prossimi 10/15 anni l’Italia dovrà trovare ogni anno circa 45 miliardi di euro per rispettare questa regola che il Parlamento italiano ha accettato. Questi 45 miliardi potrebbero essere di meno se improvvisamente noi diventassimo più competitivi della Germania. Ad esempio abbassando i salari dei lavoratori del 30%. Mi chiedo quanti sarebbero disposti a guadagnare di colpo il 30% in meno continuando a pagare  tasse sempre maggiori e con il costo della vita sempre in aumento. E’evidente che la battaglia della competitività con la Germania non si può vincere in questo modo.

La prima domanda che sorge spontanea è: perché PD e PDL, UDC e i sostenitori di Monti hanno approvato nel 2012 il Fiscal Compact, questa regola europea praticamente impossibile da rispettare?

Ricordiamo che alla Camera e al Senato Italia dei Valori e la Lega Nord hanno invece votato contro il Fiscal Compact.

Chiediamo dunque ai politici di PD e PDL  di spiegarci perché hanno preso questa decisione nefasta per l’Italia. E chiediamogli soprattutto di spiegarci perché dovremmo votarli di nuovo, visto che hanno creato al nostro paese un danno di proporzioni inimmaginabili.

Il mio consiglio di voto: in tutta Europa votate partiti che aderiscono al gruppo delle sinistre europee GUE-NGL, l’unica garanzia di una rappresentanza europea di sinistra, dalla parte dei cittadini e non delle oligarchie finanziarie.

 

 

Suggerimenti di lettura:

http://www.leggioggi.it/2012/07/20/camera-dei-deputati-semaforo-verde-per-fiscal-compact-e-mes/

http://web.rifondazione.it/home/index.php/economia/10747-ratificato-il-fiscal-compact-e-ora

Elezioni Europee 2014 , , , , , , , , , , ,

Per un’uscita ordinata dall’euro

NRC Handelsblad 18 novembre 2013 Eliminare l’euro in un tranquillo weekend?

 

Per un’uscita ordinata dall’euro

 

Ormai sono tanti gli economisti di fama internazionale che parlano di un’uscita ordinata dell’euro.

A volte come di cosa impossibile, altre volte indicando modi e possibilità, e soprattutto sottolineando che restare nell’euro, in questo euro, imporre questa moneta unica a 17 paesi con economie completemente differenti è un fattore di rischio e destabilizzazione degli stessi mercati oltreché di drammi umanitari come quelli che si stanno consumando in Grecia e in altri paesi periferici dell’eurozona.

Tutti vogliamo portare avanti il sogno di un’Europa unita, civile, in cui i cittadini possano liberamente circolare, arricchirsi umanamente e allargare i propri orizzonti culturali.

Non crediamo in un’Europa del più forte, dei mercati espansionistici che vedono gli altri mercati come regioni da colonizzare, alle quali imporre le proprie regole senza alcun confronto democratico. Non crediamo in un Europa in cui le decisioni vengono prese da oligarchie finanziarie lontane dalla vita quotidiana di 500 milioni di cittadini. Non crediamo in un’Europa che blocca di fatto la crescita di un’economia sostenibile, basata sullo sviluppo delle energie rinnovabili come solare, eolico, maree, risparmio energetico, trasporto pubblico, trasporto passeggeri e merci su rotaia anziché su gomma, rifiuti zero.

Come uscire dall’euro? La domanda è complessa ed è indispensabile fare un’analisi seria e storica di come siamo arrivati a questo punto partendo dagli shock per l’economia italiana che sono stati l’ingresso nello SME con i cambi fissi e soprattutto il divorzio tra Tesoro e Banca d’Italia del 1981. L’esplosione del debito pubblico italiano è iniziata da lì.

Invito caldamente i lettori a leggere e studiare il volume, Il tramonto dell’euro di Alberto Bagnai, ed. Imprimatur. E’veramente utile per capire che cosa è successo all’economia italiana ed europea e perché un’uscita ordinata dall’euro è preferibile alla crisi permanente in cui si trovano centinaia di milioni di cittadini e piccole e medie imprese.

Avanti con l’Europa dei cittadini, della democrazia, dei diritti, della cultura, del libero scambio.

Un passo indietro su una moneta unica sempre più insostenibile.

Economia , , , , , , , , , , , , , ,

Come uscire dalla crisi

Vi invito caldamente a leggere la Controfinanziaria n. 14 di Sbilanciamoci!: le proposte su come uscire dalla crisi tagliando le spese sbagliate, aumentando le tasse sui ricchi, tutelando i diritti e il lavoro. Oltre a quelle sul futuro dell’Ilva, la politica industriale, la produttività.

Presentato a Roma il XIV Rapporto di Sbilanciamoci! su: “Come usare la spesa pubblica per i diritti, l’ambiente, la pace”. Il Rapporto, oltre ad analizzare criticamente le politiche del governo italiano e di Unione e Commissione europea – formula 94 proposte specifiche e dettagliate, in una “manovra” da 29 miliardi di euro.

La filosofia della controfinanziaria n. 14 è opposta a quella delle politiche neoliberiste e di “austerity”: per fronteggiare la crisi bisogna investire nel rilancio dell’economia, nella redistribuzione della ricchezza e in un nuovo modello di sviluppo sostenibile e di qualità. Per far crescere la torta bisogna prima fare delle fette più eque per tutti.

Il testo della Controfinanziaria di Sbilanciamoci si trova qui:

http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/2013-ecco-la-vera-agenda-15684

Economia , , , , , , ,

Rafforziamo l’Unione delle Sinistre Europee GUE-NGL

Progetto per l’Europa

Elezioni europee giugno 2014

Le elezioni europee del 2014 sono una tappa importante per poter rafforzare il progetto di un’Europa sociale e solidale, ben diversa da quella attuale, depressa dalla crisi e dalla recessione e in balia dei capricci dei mercati e degli speculatori.

Abbiamo bisogno di costruire una vera sinistra europea che si faccia interprete degli interessi dei cittadini delle classi medio-basse di tutti gli stati membri e metta paletti ben precisi allo strapotere dei mercati e del settore finanziario.

Vogliamo una sinistra europea che si impegni a risolvere in maniera strutturale i problemi causati dal capitalismo finanziario.

Impegniamoci in tutta Europa a votare e far crescere la GUE-NGL e i partiti e movimenti che in essa si riconoscono. Rafforziamo la cooperazione internazionale.

Per quello che riguarda l’Italia, proponiamo la creazione di una lista unica che comprenda tutti i partiti e movimenti di sinistra che si oppongono al neoliberalismo con le seguenti caratteristiche:

  • massima cooperazione a livello internazionale
  • candidature scelte esclusivamente tramite primarie di tutti gli iscritti con anzianità di almeno sei mesi e serio e provato attivismo politico di base.
  • massimo spazio ai giovani e alle donne

Mi auguro che Azione Civile, Rifondazione Comunista, Idv e altri partiti e movimenti si facciano promotori di questo progetto per l’Europa che racchiude in sé tutto il meglio di Rivoluzione Civile con una sola grande differenza sostanziale. Le candidature per le europee non saranno decise a tavolino dagli apparati e dai signori delle tessere (come è purtroppo avvenuto tra gennaio e febbraio) ma saranno decise dalla base attraverso primarie di tutti coloro che sottoscrivono attivamente il progetto.

Credo che IdV debba scegliere prima possibile se restare nell’ALDE e quindi dalla parte dei difensori del libero mercato, delle banche, delle istituzioni finanziarie e dei capitalisti oppure collaborare a questo progetto di Europa sociale e dei cittadini e rafforzare il gruppo GUE-NGL.

Personalmente non ho rinnovato la tessera a IdV proprio perché non condivido la scelta di restare nell’ALDE, perché ritengo che il neoliberalismo e il capitalismo finanziario siano le cause principali della gravissima crisi in cui ci troviamo e le politiche di austerity imposte dai liberali abbiano colpito solo i cittadini e le classi più deboli anziché portare a un riequilibrio dei conti.

Per finire vorrei sottolineare l’importanza di una legge finanziaria che ci aiuti a ridurre gradualmente l’indebitamento e a tale scopo segnalo le ottime proposte di Sbilanciamoci, (www.sbilanciamoci.org) che se venissero attuate, comporterebbero ogni anno risparmi strutturali di decine di miliardi di euro.

Europa dei cittadini , , , , , , , , , ,

Statalizziamo il sistema bancario

Statalizziamo il sistema bancario

 

 

E’assolutamente urgente statalizzare le banche prima che vadano in bancarotta.

 

Il principio è semplice. Tutte le imprese che non possono fallire devono essere sotto lo stretto controllo dello stato, altrimenti si rinnova in eterno il paradosso che i profitti di quelle imprese sono privati, mentre le perdite vengono socializzate.

 

Questo sistema è inaccettabile.

 

Se si vogliono correre rischi d’impresa, bene, ma ciò deve avvenire con i soldi dell’impresa e non con quelli dei cittadini.

 

Se una banca d’affari investe male e perde tutto, deve poter andare in bancarotta senza chiedere aiuti allo stato. Se quella banca è troppo grande per poter fallire, allora deve essere una banca pubblica, con un controllo democratico sui suoi bilanci, senza bonus spropositati ai dirigenti e con un dividendo che fluisce direttamente nelle casse dello stato.

 

A questo punto ci chiediamo seriamente che cosa aspetti il governo italiano a statalizzare la MPS, fare un’inchiesta serissima e trasparente su chi ha sbagliato, quando e come e punire i responsabili di quella catena di errori. Tutto ciò prima che milioni di contribuenti italiani debbano versare nuove tasse per salvare la privata MPS praticamente in bancarotta.

 

Ma per capire meglio analizziamo ciò che è avvenuto negli ultimi anni in Olanda in seguito al fallimento della banca d’affari Lehman Brothers.

 

Tre banche sono state salvate dallo stato quando erano praticamente a un soffio dalla bancarotta:

ABN AMRO (30 miliardi di euro), ING (10 miliardi di euro) , SNS Reaal (3,7 miliardi di euro)

Con il risultato che il debito pubblico è salito dal 45% nel 2008 al 74% nel 2013.

 

Le motivazioni di quei fallimenti sono diverse, in ogni caso si trattava di investimenti sbagliati e rischiosi, sicuramente avallati colpevomente da chi avrebbe dovuto controllare i conti di quelle banche. I sontuosissimi bonus ai banchieri oggi vengono pagati da una durissima austerity imposta ai cittadini.

 

La privatizzazione dei servizi pubblici considerati sono troppo grandi per fallire, è stata un grande fallimento. La Postbank e la Nationale Investeringsbank ma anche le Ferrovie olandesi (Nederlandse Spoorwegen) hanno funzionato ottimamente fino a quando sono state privatizzate.

 

Alcuni obiettano che se si statalizzano le banche, alcuni banchieri potrebbero andarsene all’estero. Ci chiediamo se sia così importante trattenere nei nostri paesi queste banche-Tchernobyl che hanno già ampiamente dimostrato di non essere in grado di reggersi autonomomamente sulle proprie gambe, banche che vengono a bussare a quattrini agli stati, facendo gonfiare a dismisura il loro indebitamento, ma che trattengono tutti gli utili per sé.  E’proprio indispensabile tenersi tutte queste banche private capaci solo di creare bolle, che quando scoppiano creano disastri alle economie in tutto il mondo? Banche che non aiutano minimamente l’economia rimettendo in circolo i capitali versati dai risparmiatori?

 

Non la vogliamo chiamare statalizzazione delle banche? Il termine non ci piace? Chiamiamola good governance del sistema bancario. Ma pensiamoci seriamente. Se una banca è too big to fail, deve essere statalizzata.

Economia , , , , , , , , , , , , ,

Tutti devono pagare le tasse. Non solo i cittadini e le piccole e medie aziende, ma anche le multinazionali. Per essere credibile, l’Europa deve diventare un’unione politica e fiscale.

Tutti devono pagare le tasse. Non solo i cittadini e le piccole e medie aziende, ma anche le multinazionali.

Per essere credibile, l’Europa deve diventare un’unione politica e fiscale.

 

L’Europa, se vuole mantenere la moneta comune, deve realizzare una vera unione fiscale in cui non esistano più paradisi fiscali e metodi di “ottimizzazione fiscale” che permettono a grandi aziende e multinazionali di eludere il fisco e pagare aliquote irrisorie quando al comune cittadini viene chiesto quasi il 50%.

Si tratta di principi etici universali a cui una società evoluta deve assolutamente attenersi.

Ci rendiamo conto della difficoltà di introdurre leggi adeguate che impediscano la cosiddetta “ottimizzazione fiscale” perché la UE, che da un lato  impone severissime regole di bilancio, di spesa pubblica di austerity, provocando la recessione e la depressione economica in quasi tutti i paesi dell’eurozona, per quanto riguarda l’armonizzazione fiscale, autorizza l’assoluta anarchia. Ogni paese è libero di stipulare accordi fiscali con chi vuole. Con il pretesto di impedire la doppia imposizione, in realtà si cerca di permettere  ai grandi capitali di volare verso paradisi fiscali sparsi in tutto il mondo.

La UE difende evidentemente la libertà assoluta per i grandi capitali e chiede sacrifici solo agli stati, e ai loro cittadini.

E dato che i cittadini sono milioni, in questo modo si riesce ancora a far pagare la crisi ai contribuenti, ai quali vengono imposti continui aumenti di tasse dirette e indirette, senza alcun miglioramento dei servizi  anzi tagliando il più possibile welfare e diritti.

Non stupisce che la UE sia poco propensa a realizzare una vera unione fiscale, perché le regolamentazioni europee in materia vengono in gran parte insufflate da un esercito di lobby che in pianta stabile a Bruxelles 24h su 24 difendono i propri interessi  (e puntano cioè a ridurre a sotto zero il contributo fiscale che invece tutti dovrebbero dare, siano essi semplici cittadini (al momento pesantemente tartassati) che ricchissi me aziende.

Oggi non possiamo più dire che non sappiamo.

L’aggravio fiscale per il semplice cittadino o la piccola e media impresa è altissimo.

Per le multinazionali invece esistono autostrade che portano in maniera quasi legale a eludere in grandissima percentuale un equo contributo al gettito fiscale.

E’acclarato che in Olanda ad esempio esistono 12.000 società con il solo domicilio fiscale e che queste fanno capo a 8500 aziende. Queste società pagano all’Olanda tasse per 3 miliardi di euro, che è una minima parte di quanto potrebbe essere devoluto al fisco in base a dividendi, interessi e royalty, ma è sempre meglio di niente secondo il governo olandese e in ogni caso tutto risulta (più o meno) perfettamente in regola con le leggi, tarate ovviamente sulla possibilità di eludere il fisco con eleganza, senza infrangere nessuna regola (o quasi).

L’importante è che a Bruxelles si stipulino le normative giuste che permettono questa abile ottimizzazione.

Ovviamente il cittadino comune o la piccola azienda non ha la stessa possibilità di ottimizzazione fiscale. Sarebbe bello se tutti potessero scegliere di pagare l’IVA  nel paese con un IVA al 2% o pagarel’IMU in paese che tassa il possesso di case allo 0,007%. Era solo un esempio teorico per far capire la profonda ingiustizia che si cela dietro queste architetture fiscali in vigore.

Le società con domicilio fiscale in Olanda producono redditi in altri paesi (ai quali viene dunque sottratto l’introito fiscale) e pagano le tasse in Olanda, dove grazie a ingegnose architetture fiscali, pagano un contributo irrisorio.

Sarebbe interessante quantificare quanto l’Italia ad esempio perde in gettito fiscale, grazie alla possibilità che l’Olanda offre a grandi aziende italiane di  tassare i propri idividenti, interessi e royalties in paesi che adottano aliquote fiscali inferiori all’1%.

Tutto ciò è profondamente ingiusto e immorale. Se crediamo ancora nella società civile (io ci credo fortemente) dobbiamo impegnarci perché innanzitutto i cittadini sappiano e poi perché si rivolgano direttamente ai politici e ai governi per cambiare.

Noi che crediamo ancora in una Europa dei cittadini e non delle oligarchie finanziarie e delle multinazionali, vogliamo un’Unione fiscale in Europa, dove queste lapalissiane ingiustizie fiscali non abbiano più luogo.

Economia , , , , , , , ,

IdV a una svolta. Chi ha paura delle primarie?

IdV a una svolta. Chi ha paura delle primarie?

Secondo me un partito che si rispetti dovrebbe fare le primarie dalla base per eleggere tutto, dai quadri ai dirigenti ai candidati. La paura che in questo modo vinca chi compra le tessere è ingiustificata. Nel senso che:

 

o si hanno le prove che alcuni aspiranti quadri, dirigenti o candidati stanno frodando acquistando o regalando tessere per farsi eleggere e allora li si denuncia subito e li si espelle dal partito.

 

oppure si parte dal presupposto che chi si iscrive a un partito come IdV, che fa della legalità e della lotta alla corruzione il primo punto irrinunciabile del proprio programma , non possa mai lontanamente pensare di comprare consenso dentro il partito comprando o regalando tessere e allora ci si fida del risultato delle primarie aperte a tutti gli iscritti.

 

Delle due l’una.

 

Se avessimo fatto queste primarie 2 anni fa, avremmo eliminato le mele marce dentro IdV e ora forse saremmo al governo.

 

Chi è interessato a leggere e magari trarre ispirazione dalla mia proposta di regolamento delle primarie interne di partito può richiederla a idv.olanda@gmail.com

Elezioni 2008, primarie , , , , , , , , , ,

8 Errori della leadership di IdV

La base IdV non
può che essere indignata per tutta una serie di errori che la leadership ha compiuto senza consultare la base.

1) Rinunciare a correre alle elezioni come IdV

2) chiedere alla base di fare un passo indietro e decidere le candidature dall’alto

3) Impegnare tanti fondi nella campagna elettorale (1 milione e mezzo di euro!!) pensando che i soldi valessero più dell’impegno passato e della spendibilità dei candidati

4) Forzare la costituzione di un “qualcosa” di elettorale in poche settimane senza ascoltare la voce degli iscritti e dei militanti

5) non aver fatto una radicale Manipulite dentro il partito come chiesto a gran voce dal 2010, non aver eliminato le mele marce, anzi aver mobbizzato chi segnalava le mele marce

6) Aver sempre rifiutato di fare le primarie interne per eleggere quadri e candidati, le hanno fatte tutti tranne noi

7) Non aver fatto un referendum tra tutti gli iscritti sulla scelta di restare dentro l’ALDE-ELDR, gruppo europeo che difende principalmente l’agenda europea neoliberista, gli interessi delle banche, dei mercati finanziari, delle multinazionali e non certo dei cittadini. Gruppo europeo che spessisimo vota in tandem con il PPE (cristiano democratici di cui fa parte anche il PDL)

8) Non aver valorizzato le donne che mancano completamente tra i vostri vertici, se non con funzioni secondarie e di supporto ai vertici. Accanto a Ingroia perché non una donna con un impegno forte nei  Valori con carisma, personalità e spendibilità politica?

 

Se IdV rimediasse a questi 8 errori sarebbe il migliore partito in Italia, con nulla da invidiare ai movimenti.

Personalmente non condivido affatto la demonizzazione dei partiti, un partito è buono o cattivo a seconda delle persone che ci sono dentro, delle loro qualità umane e politiche, della loro onestà, delle regole eque e trasparenti che si dà.

Etica in politica , , , , , , , , ,

Scuola dei Valori di Amsterdam IV

Scuola dei Valori di Amsterdam

Seminario di formazione politica IdV-Rivoluzione Civile

Merito, eccellenza, etica ed impegno civile

 

Amsterdam 8-10 febbraio 2013



 

Dall’8 al 10 febbraio a Amsterdam, Italia dei Valori Paesi Bassi organizza una Scuola dei Valori con l’on. Antonio Borghesi, per prepararci seriamente alle prossime elezioni. Una tre giorni per approfondire il nostro programma di governo, la nostra controlegge di stabilità, le nostre proposte per superare la crisi, rilanciare l’Europa e proporre alternative al fondamentalismo del pensiero unico neoliberista. No al capitalismo senza scrupoli che sacrifica ogni valore in nome del profitto.

 

Possono partecipare iscritti, attivisti, candidati e aspiranti candidati e naturalmente simpatizzanti che vogliono entrare in IdV-Rivoluzione Civile. Gli interessati possono contattarci a questo indirizzo : idv.olanda@gmail.com

 

A pochissimi giorni di distanza dalle prossime consultazioni elettorali si sente la forte esigenza di arrivare più preparati possibile alla sfida elettorale. Sono state appena costituite le liste di candidati nelle varie regioni italiane e all’estero. La Scuola vuole offrire un momento di formazione per candidati,  aspiranti candidati, quadri di IdV e attivisti che vogliono impegnarsi seriamente nella campagna elettorale.

 

Inoltre a conclusione della raccolta referendaria si vuole fare una analisi e valutazione della campagna stessa. Nel silenzio totale dei media sui referendum in difesa del lavoro e contro il finanziamento pubblico ai partiti,  abbiamo raccolto oltre un milione di firme in tutta Italia. E anche dall’estero abbiamo dato il nostro contributo nell’indifferenza pressoché totale. Durante la Scuola analizzeremo difficoltà, successi, e valuteremo proposte di miglioramento per il futuro.

 

Altro importante tema della Scuola : come rafforzare la democrazia e la coesione interna, e incoraggiare lo spirito di team tra attivisti, coordinatori, referenti ed eletti.

 

Formazione politica , , , , , , , , , , ,

Scuola dei Valori di Roma 21-23 dicembre

Scuola dei Valori di Roma

 

Seminario di formazione politica IdV

Merito, eccellenza, etica ed impegno civile

 

Roma 21- 22-23 dicembre 201



 

Dal 21 al 23 dicembre a Roma, in collaborazione con il Circolo Italia dei Valori di Roma Centro, Italia dei Valori Paesi Bassi organizza una Scuola dei Valori con l’on. Antonio Borghesi, per prepararci seriamente alle prossime elezioni. Una tre giorni per approfondire il nostro programma di governo, la nostra controlegge di stabilità, le nostre proposte per superare la crisi, rilanciare l’Europa e proporre alternative al fondamentalismo del pensiero unico neoliberista. No al capitalismo senza scrupoli che sacrifica ogni valore in nome del profitto.

 

Possono partecipare iscritti, attivisti, candidati e aspiranti candidati e naturalmente simpatizzanti che vogliono entrare in IdV. Gli interessati possono contattarci a questo indirizzo : idv.olanda@gmail.com

 

A pochissimi mesi di distanza dalle prossime consultazioni elettorali si sente la forte esigenza di arrivare più preparati possibile alla sfida elettorale. Tra breve verranno costituite le liste di candidati nelle varie regioni italiane e all’estero. La Scuola vuole offrire un momento di formazione per candidati,  aspiranti candidati, quadri di IdV e attivisti che vogliono impegnarsi seriamente nella campagna elettorale.

 

Inoltre a conclusione della raccolta referendaria si vuole fare una analisi e valutazione della campagna stessa. Nel silenzio totale dei media sui referendum in difesa del lavoro e contro il finanziamento pubblico ai partiti, stiamo raccogliendo firme in tutta Italia e anche all’estero, presso i Consolati di Amsterdam, Londra, Basilea. Durante la Scuola analizzeremo difficoltà, successi, e valuteremo proposte di miglioramento per il futuro.

 

Altro importante tema della Scuola : come rafforzare la democrazia e la coesione interna, e incoraggiare lo spirito di team tra attivisti, coordinatori, referenti ed eletti.

Formazione politica , , , , , , ,