Le centrali nucleari sono pericolose anche da ferme

Le centrali nucleari sono pericolose anche da ferme

 

Siamo sempre stati contrari al nucleare di fissione per tanti motivi tra cui quello della sicurezza delle centrali. Ora, dopo il disastro ancora in atto dei quattro reattori di Fukushima danneggiati da un terremoto spaventoso e da un altrettanto spaventoso tsunami, dobbiamo purtroppo ammettere che i nostri timori erano pienamente giustificati.

 

Le centrali nucleari sono pericolose anche da ferme, a Fukushima i reattori in funzione si sono fermati automaticamente, la reazione a catena cioè è stata interrotta, ma a causa di una serie di guasti dovuti al terremoto e allo tsunami, le barre di combustibile del nocciolo non sono state più adeguatamente refrigerate e si sono surriscaldate provocando le numerose fuoriuscite di sostanze radioattive.

 

Un’area di 30 km intorno agli impianti è stata dichiarata inabitabile, e la zona di evacuazione potrebbe essere ancora allargata. L’acqua potabile di Tokyo, una megalopoli di 36 milioni di abitanti che dista 300 km dal luogo del disastro nucleare, è stata contaminata da iodio radioattivo e ne è stato vietato l’uso ai bambini.

 

A soli 25 anni di distanza dalla catastrofe di Tchernobyl, che secondo la stima ufficiale ONU avrebbe provocato almeno 4000 morti (ma non si calcolano in questa cifra i danni sanitari a lungo e lunghissimo termine indotti dai radionuclidi a lunga vita ricaduti al suolo in tutta Europa ed entrati nella catena alimentare) assistiamo ad un nuovo pesantissimo fallimento di un’industria che vanta un’altissima tecnologia, ma all’atto pratico accende dei fuochi che non è in grado di spegnere in situazioni di emergenza.

 

Abbiamo ancora negli occhi l’immagine degli elicotteri che spruzzano acqua come fossero annaffiatoi sui quattro reattori impazziti e sulle piscine di raffreddamento del combustibile spento.

 

 

Mi chiedo perché il gestore dell’impianto, la Tepco non abbia subito provveduto a colmare le piscine che andavano svuotandosi, limitando in qualche modo le fuoriuscite altamente radioattive. Perché hanno aspettato tanto? Perché non si sono fatti aiutare se non erano in grado di gestire l’emergenza? Perché hanno aspettato che la radioattività intorno ai reattori diventasse così alta da rendere troppo rischioso l’avvicinamento degli operatori?

 

 

Le domande sui perché del disastro, anzi dei disastri multipli e collaterali di Fukushima sono tante, ma soprattutto ci si chiede come è possibile che siano state costruite decine di centrali in zone altamente sismiche, sapendo che quelle stesse centrali non avrebbero resistito a terremoti superiori ai 7 gradi della scala Richter. I gestori della Tepco erano a conoscenza di questo limite e ciononostante hanno rischiato, non la propria vita, ma quella di milioni di cittadini.

 

Credo che una tecnologia che pone rischi altissimi, anche se remoti, non può essere eticamente accettabile. Non possiamo permetterci una catastrofe nucleare ogni 25 anni.

 

Per questo dovremmo chiedere la chiusura di tutti gli impianti nucleari nel mondo a cominciare da quelli più obsoleti e gestiti da privati senza scrupoli come la inqualificabile Tepco e dovremmo unire le forze a livello internazionale per risolvere il problema dei rifiuti ad altissima radioattività, che devono essere isolati dalla biosfera per 250.000 anni.

 

E per cominciare dobbiamo andare a votare in massa SI al referendum abrogativo del nucleare che si terrà il 12 giugno prossimo. Il governo ha parlato di pausa di riflessione, ma noi abbiamo già riflettuto abbastanza: non vogliamo il nucleare, né in Italia né nel mondo.

 

 

 

 

 

Energia

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