Il “no” delle Regioni al nucleare

  

 

 

Riporto dal sito www.scanziamolescorie.org un articolo di Paki

Il Ddl manovra contiene norme che “incidono profondamente, irragionevomente e illegittimamente sulle competenze delle Regioni così come previsto dall’articolo 117 della Costituzione”. Lo scrivono le Regioni nel documento approvato lunedì dal tavolo ambiente da sottoporre alla Conferenza delle Regioni.Il testo, diffuso dalla Puglia, è in pratica una bocciatura del provvedimento, di cui chiedono un ripensamento, perché “accentra nelle amministrazioni e in enti statali competenze e procedure che hanno come minimo denominatore comune la marginalizzazione del ruolo delle Regioni”. Prova evidente, scrive il tavolo ambiente delle Regioni, è l’articolo 25 sulla delega nucleare. Al di là del giudizio sulla scelta del Governo “destano sicura e unanime contrarietà quelle disposizioni che degradano e vanificano il potere e la volontà delle Regioni in ordine ai procedimenti autorizzatori degli impianti”. In particolare, le Regioni contestano i procedimenti unici per le autorizzazioni di impianti nucleari, siti di stoccaggio di rifiuti, nonché per le concessioni upstream.Il testo…….  Di seguito il documento delle Regioni (tavolo ambiente) sul nucleare che verrà portato all’attenzione della Conferenza Unificata Stato-Regioni “DETERMINAZIONI DELLA COMMISSIONE AMBIENTE, SEDUTA DEL 18 MAGGIO 2009, SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1195 “DISPOSIZIONI PER LO SVILUPPO E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE, NONCHÉ IN MATERIA DI ENERGIA”.   “Il Disegno di Legge n. 1195, recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, approvato dal Senato il 14 maggio u.s., contiene norme che, come già evidenziato da questa Commissione Ambiente in passato, in relazione allo stesso Disegno di Legge all’epoca in discussione alla Camera, incidono profondamente, irragionevolmente e illegittimamente sulle competenze delle Regioni così come previsto dall’articolo 117 della nostra Costituzione.“Lo sviluppo di relazioni improntate alla cooperazione tra Stato e Regioni aveva portato all’estensione dell’applicazione di strumenti di condivisione e codecisione, come l’Intesa, anche in ambiti e casi nei quali vi era una competenza esclusiva o preminente dello Stato.“Il Disegno di Legge, di cui innanzi, segna una brusca inversione di rotta, accentrando nelle amministrazioni o in enti statali competenze e procedure che hanno come minimo denominatore comune la marginalizzazione del ruolo delle Regioni.“Ciò appare evidente nell’articolo 25 del Disegno di Legge n. 1195 relativo alla Delega del Governo in materia nucleare.“A prescindere dalla valutazione sull’opzione del Governo di riaprire il capitolo della produzione di energia nucleare in Italia, nonostante il pronunciamento popolare contrario col referendum del 1987, scelta sulla quale molte regioni confermano una decisa avversione quanto meno per gli irrisolti problemi in ordine alla sicurezza, alle scorie ed alla definitiva risoluzione delle passività lasciate dalla precedente stagione nucleare, destano sicura e unanime contrarietà quelle disposizioni che degradano e vanificano il potere e la volontà delle regioni in ordine ai procedimenti autorizzatori degli impianti. “In particolare, non è condivisibile e va riesaminato e riformulato l’articolo 25, che affida a procedimenti unici di competenza statale la valutazione di compatibilità ambientale e l’autorizzazione unica all’esercizio degli impianti di produzione di energia nucleare nonché dei siti di stoccaggio dei rifiuti radioattivi.“Le regioni, già in relazione ai criteri di individuazione e scelta del sito unico per i rifiuti radioattivi, hanno ribadito la netta e irrinunciabile volontà di subordinare ogni valutazione e decisione relative all’allocazione di impianti ed opere correlate al nucleare al preventivo assenso della regione interessata, che non può essere surrogato dal parere della Conferenza Unificata, che ha diversa e non coincidente funzione. “Del pari, le regioni, ribadendo quanto hanno già manifestato in relazione al Disegno di Legge n. 1441 ter durante la discussione alla Camera, ritengono assolutamente incondivisibile l’espropriazione delle competenze regionali in materia di ricerca ed estrazione di idrocarburi. Con l’articolo 27 del Disegno di Legge n. 1195 approvato al Senato, si modificano irragionevolmente i commi da 77 a 82 dell’articolo 1della legge 23 agosto 2004, n. 239, per cui la residua attività di valutazione di impatto ambientale, irragionevolmente limitata alla sola attività di perforazione, viene sottratta alle Regioni per essere affidata all’Unmig, che é organo periferico del Ministero per lo Sviluppo economico, e l’autorizzazione sia per i permessi di ricerca che per la coltivazione dei giacimenti di idrocarburi viene riattribuita allo Stato in maniera esclusiva, attraverso un procedimento unico, azzerando l’accordo del 2001 in sede di Conferenza Unificata, che aveva sancito lo strumento dell’Intesa Stato/Regioni in materia.  “Nel merito di altre parti del Disegno di Legge n. 1195, la Commissione Ambiente, per quanto non diversamente esplicitato nel presente documento, richiama le osservazioni espresse nella seduta del 29 ottobre 2008.L’elaborazione e l’attuazione di una politica energetica nazionale richiederebbe il concorso di Stato e Regioni attenendo a un settore strategico per il futuro del Paese. E le Regioni sono pronte a fare la loro parte. Impostazioni e previsioni come quelle contenute nel Disegno di Legge n. 1195, invece, tendono a divaricare responsabilità e impegni, mettendo a rischio i successivi percorsi attuativi e alimentando la conflittualità istituzionale. “E’ pertanto auspicabile un ripensamento che favorisca ed esalti un processo di condivisione, che metta le Regioni nelle condizioni di sostenere con forza il potenziamento della capacità di produzione energetica del Paese secondo principi di sostenibilità”

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