Debito pubblico, un’analisi di Roberto Marchesi

Riporto un interessante articolo di Roberto Marchesi, pubblicato su Rinascita 

 

 

Roberto Marchesi è scrittore, pubblicista e opinionista, esperto di politica, economia  e finanza internazionale. E’ tra l’altro autore di “Scoprire un’altra America” e “Buongiorno Italy”. Da alcuni anni vive nel Texas.

 

Debito pubblico, il male non viene sempre per nuocere

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Giovedì 17 Dicembre 2009 – 10:22 – Roberto Marchesi stampa
Debito pubblico, il male non viene sempre per nuocere

Il titolo di questo articolo ricorda un notissimo proverbio che dice nella sostanza di riflettere bene prima di condannare in assoluto quello che ci appare come un effetto negativo, poiché in alcuni casi potrebbe invece rivelarsi essere un effetto positivo, non chiaramente visibile a prima vista. Può essere il caso del deficit nel bilancio degli Stati e su questo punto mi voglio soffermare. Il deficit di bilancio, negli Stati, è giustamente considerato un peso per l’economia del paese, ed è normalmente da evitare poiché si tratta di un debito a carico dei cittadini che presto o tardi dovrà essere pagato, e che più elevato è e più peserà a lungo sui cittadini e sulle loro future generazioni.
Nei casi dell’Italia e degli Stati Uniti si tratta di un debito gigantesco: per l’Italia sono oggi circa 1.800 miliardi di euro che, suddivisi per circa 60 milioni di cittadini fanno un debito di circa 30.000 euro a testa (ovvero, al cambio attuale di 1,5 dollari contro 1 euro farebbero, per gli italiani che vivono in Usa, circa 45.000 dollari a testa).
Per gli Usa invece il debito è attualmente di 12.100 miliardi di dollari che, suddiviso sui circa 307 milioni di abitanti, fa circa 39.400 dollari a testa.
Quindi la dimensione debitoria dei due paesi, presa pro-capite, è pressappoco simile, ma si tratta in entrambi i casi di un debito enorme, certamente preoccupante.
Tuttavia mentre il debito pubblico statunitense è cresciuto in modo esponenziale solo negli ultimi nove anni (a causa soprattutto di una folle politica di detassazione mantenuta anche in contemporanea alle ingenti spese delle guerre) che prosegue tuttora velocemente a causa degli impegni per fronteggiare la crisi, nel caso dell’Italia si tratta di un debito molto più vecchio, che la instabile e/o populista politica dei governi succedutisi negli ultimi venticinque anni non ha potuto o saputo fin qui risolvere nemmeno in parte.
E’ certo comunque, stando così le cose, che per un cittadino italiano, così come per uno americano, far nascere un bambino o una bambina e infilargli subito nel pannolone una cambiale da pagare di circa 30.000 euro o 40.000 dollari, non è di sicuro un buon modo per augurargli una vita serena.
Tuttavia una corretta politica di repulsione dall’indebitamento non deve far ignorare le particolari sollecitazioni derivanti da situazioni economiche congiunturali, e perciò, sul debito pubblico, va detto qualcosa di più, ad evitare di considerarlo una specie di maledizione da cui liberarsi al più presto e ad ogni costo. Il non far nulla sarebbe, per un responsabile dell’economia, un errore imperdonabile, che potrebbe costare alle future generazioni ancor più guai che l’aumentare il debito.
Su questo punto controverso (non tanto per i comuni cittadini, che in genere non se ne occupano, ma per i politici, cui spettano le scelte in economia e che spesso sono i primi a non sapere che pesci pigliare) si sono pronunciati recentemente economisti di chiara fama, come i premi Nobel Krugman e Stiglitz e il prof. Frank, per dire che il danno maggiore, in questa fase di recessione, sarebbe quello che deriverebbe dall’attuare adesso, subito, una politica di restrizioni che soffocherebbe ulteriormente l’economia già ansimante per la difficile fase congiunturale.
Oltretutto significherebbe ignorare una esperienza che è già stata fatta (purtroppo) negli anni ‘20 e ‘30 quando, al fine di terminare la fase degli eccessi e avviare un ciclo virtuoso, è stata immediatamente imposta una politica di rigore economico e monetario. Il risultato però è stato invece quello di generare un lunghissimo periodo di recessione, poi definito “depressione”.
Il debito pubblico, sia in Usa che in Italia, si è incrementato negli ultimi dieci anni circa quasi esclusivamente per scelte politiche (la conquista di voti e poltrone) e non per ragioni economiche. In Usa almeno metà dell’attuale debito pubblico, generato dal costo delle guerre in contemporanea alla sostanziosa politica di detassazione (soprattutto dei ceti più abbienti), si poteva evitare; e anche in Italia, nonostante il già elevatissimo livello del debito pubblico, si sono succedute politiche di detassazione demagogica (p.es. la completa eliminazione della tassa di successione e dell’Ici) e l’assunzione di nuovi debiti allo Stato (p.es. Alitalia) che si potevano, se le ragioni fossero state esclusivamente economiche, tranquillamente evitare.
Questi sono perciò i classici casi in cui l’aumento del debito pubblico ha motivazioni di natura quasi esclusivamente politica e sui quali doveva perciò scattare la scure del rigore. Invece non è stato fatto, sempre per ragioni quasi esclusivamente di interesse politico ed elettorale, producendo perciò un grave danno all’equilibrio economico-finanziario del paese e generando le cifre negative di cui sopra.
Ma è molto diverso il caso di quando il debito pubblico viene aumentato per avviare investimenti pubblici che possono generare migliaia di posti di lavoro i quali a loro volta generano maggiori consumi interni e rilanciano in modo diretto l’economia del paese.
Si tenga conto che aumentare i consumi in una fase economica già espansiva è consumismo (che spinge tra l’altro all’aumento dell’indebitamento privato), farlo invece in una fase di recessione è saggia politica economica, perché evita di far entrare l’economia in una spirale depressiva che può essere anche molto lunga e dolorosa, può arrivare a colpire tutte le fasce di reddito, non solo quelle delle categorie più povere, e può in definitiva mettere l’intero paese in una fase di sofferenza generalizzata dalla quale sarebbe sempre più difficile risollevarsi, soprattutto in questa fase nella quale la globalizzazione fa emergere nuove economie contro le quali diventa sempre più arduo competere.
Gli economisti hanno già fornito diversi esempi di questa casistica: gli investimenti sulle opere pubbliche, sulla ricerca e sulle incentivazioni all’occupazione sono un beneficio non solo per chi ne può godere direttamente ma, per effetto della circolazione della moneta e dei beni, diventa un beneficio per tutto il paese.
In questo senso quindi un oculato aumento della spesa pubblica non è da considerare negativamente in quanto produce subito nel paese quella ricchezza che non solo consentirà (con una politica fiscale oculata) di recuperare in fretta la maggiore spesa, ma anche di avviare per davvero, non appena sarà finita la fase recessiva, una seria politica di rientro dall’indebitamento pregresso.
Sotto il profilo dell’azione fiscale, più che ad un gravoso incremento della tassazione progressiva sulle fasce più abbienti occorrerebbe dare l’avvio ad una seria politica fiscale mirata a colpire soprattutto quelli che sono gli effetti perversi della crescita nelle transazioni economiche e finanziarie (gli inglesi le chiamano “Pigovian taxes” dal nome del suo ideatore, l’economista inglese Arthur Cecil Pigou).
Nella sostanza si tratta di disincentivare attraverso la tassazione quelle operazioni economiche e/o finanziarie che, se lasciate libere nel mercato, producono effetti dannosi alle economie.
Un esempio pratico di questo tipo di azione è stato negli anni passati la pesante tassazione delle emissioni di ossido di zolfo (che liberate nell’atmosfera producevano le piogge acide). La tassazione ha costretto le aziende a trovare nuove forme di combustione che hanno ridotto drasticamente quel tipo di emissioni.
Allo stesso modo si potrebbero (e dovrebbero) tassare pesantemente i guadagni delle operazioni puramente speculative in borsa. In questo modo, oltre ad attivare un importante introito per gli Stati (che troverebbero finalmente le risorse per diminuire il debito pubblico o per finanziare opere di utilità sociale), si metterebbe anche un consistente argine al riformarsi di quelle “bolle” speculative che ormai, con sempre più breve periodicità, mettono in affanno e a grave rischio le economie dei paesi più industrializzati

Economia , , , ,

Ferma condanna di qualsiasi forma di violenza

Italia dei Valori Olanda condanna qualsiasi forma di violenza ed esprime riprovazione per l’aggressione subita dal premier Berlusconi.

Italia dei Valori Olanda si distanzia in ogni modo dall’utilizzo di qualsiasi forma di violenza, inaccettabile sempre a prescindere.

Una legittima opposizione al berlusconismo come filosofia di vita e di governo, opposizione non violenta che noi intendiamo continuare a praticare in maniera assolutamente pacifica, deve essere attuata nel rispetto delle regole democratiche e costituzionali e nei luoghi di civile confronto democratico.

 

Etica in politica , , ,

Anche IdV Olanda parteciperà al No B-day ad Amsterdam.

Noi ci saremo!


 

Anche IdV Olanda parteciperà al

No B-day ad Amsterdam.
 

Tutti in viola per la libertà, la Costituzione, la democrazia, la legge uguale per tutti, il rispetto delle minoranze!


sabato 5 dicembre dalle ore 15 alle 17 al Dam di Amsterdam.

http://www.youtube.com/watch?v=oTfsPJlVQXs
 

Buon No B-day a tutti!!!!!

Giustizia

L’Europarlamento e la difesa della libertà di informazione in Italia

L’Europarlamento e la difesa della libertà di informazione in Italia

Risoluzione non passa per soli tre voti    

Non è passata, purtroppo, la proposta di risoluzione promossa dai  gruppi socialdemocratico, verde e liberale nel Parlamento europeo in difesa della libertà di informazione in Italia. La bella notizia è che lo scarto è veramente minimo, su 686 eurodeputati 335 hanno votato a  favore, 338 contro e 13 si sono astenuti. C’è quindi una metà del Parlamento europeo che fortunatamente si preoccupa della minaccia al pluralismo e alla libertà di informazione in un paese europeo e siamo sicuri che nelle prossime settimane e mesi si adopererà al massimo perché il tema continui a essere oggetto di analisi e discussione in seno al Parlamento e nella società in tutta Europa. E si delinea anche un compito importante ora per noi che facciamo bloginformazione e attività politica, ed è quello di scoprire perché metà dell’Europarlamento ritiene che la videocrazia non è una minaccia alla democrazia e che forse ha dimenticato a cosa ha portato solo 70 anni fa la concentrazione di potere in poche mani, il pensiero unico, l’assenza di informazione pluralista, il controllo pressoché totale sui grandi mezzi di comunicazione. Ora sappiamo chi in Europa sta dalla parte della libertà di informazione e chi no.  Ora sappiamo chi sta dalla parte dei cittadini e chi dalla parte del potere mediatico.  Allego il comunicato stampa del Gruppo Verde del Parlamento Europeo21.10.2009

Freedom of the press: EU Parliament snuffs out resolutions on press freedom in Italy and Europe


A right-wing majority in the European Parliament today succeeded – by a very narrow margin – in rejecting tabled resolutions addressing press freedom in Italy and Europe.
Greens/EFA President Rebecca Harms and Dutch Green MEP Judith Sargentini, EP civil liberties committee member and co-author of the Greens/EFA Resolution (1), said:“This is a black day for press freedom in Europe. We are bitterly disappointed that a right-wing majority of Conservatives, Christian Democrats and Eurosceptics has succeeded in rejecting EU Parliament resolutions in support of press freedom in Italy and Europe. A call for a EU Directive against concentration of media ownership has therefore been silenced. The votes were very tight but send a far-reaching message that contradicts the fundamental values of the European Union.Silvio Berlusconi’s control of both government and media in Italy is profoundly undemocratic. A recent court judgment against Berlusconi’s media company and a ridiculous attempt by a Berlusconi channel to discredit the judge are further proof, if any was needed. (2)While Italy’s problems certainly stand out, the proposed EU Parliament resolutions addressed the EU as a whole. We demand a free and open press in countries that wish to join the EU – to accept anything less from existing members is hypocrisy.  The Greens hope that a new and vigorous debate on media freedom can arise out of the ashes of these stifled resolutions in the EU Parliament.”*** ENDS ***Notes to editors:(1) Read the Greens/EFA resolution on press freedom in Italy(2) Greens/EFA MEPs wore turquoise scarves in support of Italian judge Raimondo Mesiano, who ruled against Berlusconi’s media company in a bribery case recently. A TV documentary aired on a Berlusconi-owned channel subsequently secretly filmed the judge with a narration of insinuating comments attempting to discredit him, commenting even on his turquoise colour of socks.       

Libertà di stampa , , , ,

21 ottobre, il Parlamento europeo vota sulla libertà di informazione in Italia e in Europa

Libertà di informazione in Italia

Mercoledì 21 ottobre il Parlamento europeo vota una proposta di risoluzione

Mercoledì prossimo 21 ottobre alle ore 12.00, il Parlamento europeo riunito a Strasburgo in sessione plenaria, voterà la proposta di risoluzione presentata dal gruppo liberale ALDE (Guy Verhofstadt, Niccolò Rinaldi, Sonia Alfano, Luigi de Magistris e.a.) sulla libertà di informazione in Italia.

Vi invito ad assistere alle riprese in diretta della votazione sul link:

http://www.europarl.europa.eu/wps-europarl-internet/frd/live/live-video?eventId=20091021-0900-PLENARY_SESSION&language=en

Accludo di seguito un estratto delle principali argomentazioni contenute della proposta di risoluzione augurandomi che il Parlamento europeo la approvi a larga maggioranza.

      “Vi sono segnali indicanti che in vari Stati membri il pluralismo dei media è sotto attacco e, nella sua relazione sulla libertà di stampa, l’organizzazione Freedom House ha collocato l’Italia al 73esimo posto della classifica e menzionato anche la situazione critica in Romania e Bulgaria; inoltre l’Alto rappresentante dell’OSCE per la libertà dei media ha espresso preoccupazione per la situazione in Italia;      La situazione italiana è particolarmente allarmante, a causa del perdurante conflitto di interessi tra la proprietà dei media e il controllo politico degli stessi, sia pubblici che privati, nonché a causa del controllo della ripartizione delle risorse pubblicitarie; il governo interferisce inoltre pesantemente nel servizio televisivo pubblico, in particolare per quanto concerne la programmazione, le nomine di direttori e redattori e i contratti dei giornalisti, il che si traduce parimenti in una mancanza di pluralismo, come osservato dal principale istituto di monitoraggio dei media in Italia, il quale ha indicato che, tra luglio e settembre, il tempo assegnato al secondo partito d’opposizione nei notiziari pubblici è stato tra lo 0,1 e lo 0,7%; il Presidente del Consiglio italiano ha anche chiesto che i portavoce della Commissione europea si astengano dal fornire informazioni,E’ in discussione una legge che vieterebbe ai mezzi di comunicazione di diffondere informazioni pubbliche connesse a procedimenti giudiziari e che prevede pene pesanti per giornalisti e direttori,      La libertà di ricevere e comunicare informazioni senza ingerenza da parte delle autorità pubbliche nonché il pluralismo dei media, principi sanciti entrambi dall’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali, sono tra i fondamenti su cui poggia l’Unione europea e costituiscono un elemento essenziale della democrazia; e l’Unione ha l’obbligo politico e giuridico di garantire ai suoi cittadini – nei settori di sua competenza – il rispetto di tali diritti;      Il quadro normativo dell’UE in materia di pluralismo e concentrazione dei media resta inadeguato ed è dunque urgente che l’Unione si avvalga delle proprie competenze nei settori del mercato interno, della politica audiovisiva, della concorrenza, delle telecomunicazioni, degli aiuti di Stato, degli obblighi di servizio pubblico e dei diritti fondamentali dei cittadini per definire le condizioni minime essenziali che tutti gli Stati membri devono rispettare per assicurare, garantire e promuovere la libertà d’informazione e un livello adeguato di pluralismo dei media; si chiede in tale contesto alla Commissione di investigare sul rischio di trust nel settore dei media in Italia”

 

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Italia dei Valori Zurigo organizza incontro con Luigi De Magistris

ITALIA DEI VALORI

Sezione di Zurigo

organizza

 

SABATO 24 OTTOBRE 2009 – ORE 10.00

CASA D’ITALIA – ERISMANNSTR. 6 8004 ZURIGO

 un incontro con

 

l’ON. LUIGI DE MAGISTRIS

Parlamentare Europeo

Presidente della Commissione

Controllo Bilanci del Parlamento Europeo

 

 

demagistrisarch.jpg

 

 

Botta e risposta

con le associazioni, gli enti,

i patronati e la società civile dei

cittadini italiani residenti in

Svizzera sul tema:

“Il problema della legalità nelle

rappresentanze italiane in Europa”

L’On. Luigi de Magistris

Nasce a Napoli il 20 giugno 1967 e nel

1990 si laurea in giurisprudenza con

lode. Supera il concorso in magistratura

nel 1993 e dal 1995 prende servizio

presso il tribunale di Catanzaro con

funzioni di sostituto procuratore della

repubblica.

Dal 1998 al 2002 è magistrato presso la

procura della repubblica di Napoli per poi

ritornare come sostituto procuratore al

tribunale di Catanzaro.

Nel 2009 lascia la magistratura, si

candida alle elezioni del parlamento

europeo come indipendente nell’Italia dei

Valori e viene eletto con 382.000

preferenze.

Divenuto europarlamentare è nominato

in data 20 luglio 2009 presidente della

commissione del parlamento europeo

preposta al controllo dei bilanci.

Nella sua carriera di magistrato si è

dedicato sempre e solo alle funzioni di

pubblico ministero tranne un’ultima breve

esperienza come magistrato giudicante

al tribunale del riesame. Poseidon, Why

Not, Toghe Lucane i nomi delle inchieste

più scottanti che ha diretto, portando alla

luce fenomeni di corruzione e illegali

intrecci fra politica e mondo degli affari.

Nell’arco della sua carriera ha condotto

anche numerose indagini contro la

criminalità organizzata.

Si è sempre molto prodigato per

diffondere la cultura della legalità, con

incontri, dibattiti e confronti presenziando

spesso a iniziative nelle scuole e fra i

giovani.

http://www.youtube.com/watch?v=4ZkM3LryuQw

http://www.youtube.com/watch?v=jr7WfNkzZWo

http://www.youtube.com/watch?v=FWcOKXRPSOw&feature=related 

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Roma 3 ottobre, Manifestazione in difesa della libertà di stampa

Roma 3 ottobre, adesione alla manifestazione in difesa della libertà di stampa!!!

 

Noi, italiani all’estero, non potremo essere a Roma fisicamente, ma aderiamo pienamente alla manifestazione in difesa della libertà di stampa che si terrà sabato 3 ottobre 2009 a Roma in  Piazza del Popolo alle  ore 16.

 

In Olanda la manifestazione si terrà ad Amsterdam sabato 3 ottobre dalle 15 alle 17.

 

Per adesioni e informazioni contattate il link:

 

http://www.facebook.com/event.php?eid=149717271261

 

Nel paese in cui viviamo e lavoriamo attualmente , l’Olanda, sarebbe impensabile dover manifestare per difendere un diritto che ritenevamo acquisito, la libertà per i giornalisti di informare il cittadino su tutto ciò che è di grande rilevanza e il diritto del cittadino di essere informato.

E invece la libertà di stampa in Italia è minacciata, il premier Silvio Berlusconi ha attaccato giuridicamente i quotidiani italiani solo per avergli posto delle domande scomode o per aver riportato delle notizie.

In un paese in cui l’80% dei cittadini viene informato solo dalla televisione, in cui 3 televisioni nazionali sono di proprietà del premier e 3 televisioni pagate con i soldi dei cittadini sono praticamente controllate dal premier, la libertà e il pluralismo nell’informazione sono seriamente a rischio.

Siamo vicini a tutti i cittadini che sabato manifesteranno a Roma per difendere la libertà di informazione e di espressione, valore irrinunciabile in un paese democratico e civile.

Silvia Terribili, Italia dei Valori-Olanda

Eleonora Presani, Italia dei Valori-OlandaNatalia Aurik, Hoorn, OlandaRaffa Predieri, Amsterdam

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Radio Onda Italiana incontra Pasquale Stigliani del movimento antinucleare lucano

   

  Radio Onda Italiana da Amsterdam
………Liberalaradio
 a cura di Silvia Terribili  Lunedì 28 settembre 2009 a Radio Onda Italianadalle 20 alle 21  Silvia Terribili incontra   Pasquale Stigliani  attivista dell’associazione “Scanziamo le scorie” e autore del volume “Fragole e Uranio” insieme a Francesco Buccolo parleremo dell’opposizione alla costruzione di centrali nucleari in Basilicata e in Italia  

  Fragole e uranio Scanzano Jonico: storia di una rivolta con prefazione di Beppe Grillo edito dalla casa editrice Palomar nella collana <altreStorie> diretta da Marco Brando I due autori – protagonisti nel 2003 della protesta dei cittadini lucani contro il progetto governativo di realizzare una discarica di scorie nucleari nel territorio di Scanzano Jonico, in Basilicata – danno voce alla rabbia e alla paura di un intero popolo. In un viaggio che da Terzo Cavone, campo base della rivolta, giunge sino a Roma, Stigliani e Buccolo riscoprono solidarietà e comunanza d’interessi: quegli stessi valori che in passato hanno caratterizzato le lotte contadine lucane.  Fragole e Uranio si propone, tra l’altro, di suscitare un’occasione di riflessione, proprio mentre il tema della questione nucleare torna prepotentemente di attualità. Come afferma Beppe Grillo nella prefazione, “stanno aumentando le pressioni del mondo politico ed economico per un ritorno al nucleare”. Ricordare la protesta significa anche e soprattutto proporre il ricorso alle energie alternative come unica strada da percorrere per la salvaguardia dell’ambiente, della salute e dell’economia.  Il libro ospita i testi di E-SCORIAZIONI e LASS’M’STE – NO AL NUCLEARE, che rispettivamente portano le firme della Kricca Reggae e della Love Massive, due band lucane schierate in prima linea durante le giornate della protesta.    Link: www.fragoleeuranio.blogspot.com; www.edizioni-palomar.it/schedaprodotti.asp?IDProdotto=444 

  A tutt’oggi sono 12 le regioni italiane (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Umbria)che faranno ricorso alla Corte Costituzionale in merito alla legge sui siti nucleari promossa dal Governo..Altre regioni a forte rischio sismico come l’Abruzzo, non dovrebbero neanche essere prese in considerazione come potenziali siti.Ai sensi dell’art. 117, Titolo V della Costituzione, la produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia rientrano tra le materie di legislazione concorrente, il che vuol dire che la potestà legislativa spetta alle regioni e che il governo centrale non può imporre con la forza alle regioni la costruzione di impianti estremamente invasivi come una centrale nucleare o un megadeposito di scorie radioattive.Cresce l’opposizione alla decisione forzata e imposta dal governo di costruire centrali nucleari obsolete di III generazione e megadepositi di scorie radioattive sul territorio italiano, una decisione nuclearista assolutamente autoritaria e in aperto contrasto con il rifiuto del nucleare espresso dai cittadini con il referendum del 1987, mentre restano ancora tutte aperte le problematiche dello smantellamento e della messa in sicurezza dei rifiuti prodotti dalla breve stagione nucleare italiana ormai conclusasi da 22 anni. Per approfondimenti:www.scanziamolescorie.org      Radio Onda Italiana, tutti i lunedì e martedì dalle 20 alle.00 21.00. Radio Onda Italiana, ascoltateci in diretta streaming su www.salto.nlCliccate su “Wereld FM” e poi su “Luister Live” durante l’orario delle nostre trasmissioni in italiano. Radio Onda Italiana dal 1993 offre un magazine settimanale di informazione, musica e cultura italiana con interviste esclusive e reportage su importanti eventi culturali. Radio Onda Italiana è una produzione della fondazione Quelli di Astaroth, che promuove eventi di cultura italiana in Olanda.  ……….Liberalaradiola radio che avvicinatelefonateci in diretta:020 – 788 43 20scriveteciwww.ondaitaliana.org info@ondaitaliana.org

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Roma, 26 settembre 2009, Marcia della agende rosse

Roma, 26 settembre 2009, Marcia della agende rosse

 di Luigi De Magistris

Nella vita si incontrano – in momenti spesso duri e difficili – persone straordinarie.


Una di queste è Salvatore Borsellino, il fratello di Paolo che ha pagato con la vita la difesa della toga e la ricerca della verità, anche sui contesti che condussero alla morte di Giovanni Falcone. Salvatore è stata una delle persone che mi ha dato la maggiore carica in questi anni terribili. Lui non può immaginare quanto mi sono commosso quando lessi la sua lettera immensa il giorno in cui mi strapparono le indagini. Essere amico di Salvatore – il fratello di un magistrato che per me è stato un mito negli anni in cui preparavo il concorso in magistratura – vale anche una toga strappata. Dissi un giorno ad un dibattito che non c’è sanzione disciplinare che tenga di fronte alla solidarietà che ho ricevuto da lui. L’incontro con Salvatore non credo sia casuale, è uno di quegli episodi della vita carichi di un significato profondo. 

Non so quanti italiani hanno ascoltato Salvatore in un dibattito, in un convegno, in una piazza: la sua semplicità, la carica umana, la sua passione, la capacità di trasmettere emozioni che gonfiano il cuore sino a farti quasi esplodere la pelle, la sua rabbia nell’infiammare i cuori, la sua forza nello scuotere le coscienze. E’ un privilegio stargli accanto. Salvatore sta conducendo insieme a tanti ragazzi – a quelli che non vogliono apparire ma solo essere protagonisti di un cambiamento epocale-, a tante donne e tanti uomini, una battaglia di verità. 

Certo per ottenere la verità devi lottare. Siamo oscurati dalla propaganda di regime che non racconta queste storie, non fa sapere del movimento di resistenza costituzionale all’interno del quale Salvatore è il principale protagonista. Mandare le immagini di Salvatore che parla in una piazza è troppo pericoloso, smuoverebbe le coscienze addormentate dal regime, farebbe riflettere e reagire, non potrebbe che smuovere gli animi ed accendere i cuori degli italiani buoni. Al regime le persone pulite, trasparenti e coraggiose fanno paura, perché posseggono una carica rivoluzionaria. Salvatore quando lo vedi ti sembra gracile, non è più giovane nell’età, ma ha una forza enorme, perché vuole giustizia e verità ed in questa lotta è un trascinatore, un simbolo. Le persone vere sono quelle che hanno l’amore nel cuore e sete di giustizia. 

Salvatore vuole una cosa semplice: la verità sulle stragi e sapere perché hanno trucidato suo fratello. Insieme a lui lo vuole la parte sana dell’Italia, senza colori e bandiere politiche. Salvatore vuole sapere perché gli hanno ridotto il fratello a brandelli insieme ai poliziotti che lo difendevano sapendo che l’ora del tritolo era giunta. Salvatore va in direzione ostinata e contraria alla verità precostituita del regime. Mi auguro che la magistratura riesca a raggiungere la verità, tutta la verità, non spezzoni di verità. 

Sabato 26 settembre Salvatore ha organizzato una grande manifestazione a Roma dove il suo popolo sarà protagonista, dove ogni persona dovrà avere con sé un’agenda rossa da portare nella mano, rossa come quella che aveva il fratello Paolo e che istituzioni deviate gli hanno sottratto in via D’Amelio mentre il suo corpo andava in fumo. In quell’agenda insieme alla verità, c’è l’anima di ognuno di noi, del popolo di Salvatore, una massa che cresce sempre di più e che mai nessuno potrà fermare. 

Forse non lo sanno ancora i mafiosi di Stato, ma nessuno potrà interrompere questo cammino nella ricerca della verità, libereremo il Paese e Salvatore sarà per sempre il nostro simbolo, dell’Italia che ha reagito quando tutto sembrava perso e che ha lottato per un Paese migliore. Che bello sarebbe poter vedere sabato le vie di Roma piene di agende rosse. Lo dobbiamo a tutte le vittime delle mafie! 
Luigi De Magistris

Per chi non potesse recarsi a Roma, la marcia sarà ripresa in streaming a partire dalle 15.30 sul sito www.antoniodipietro.com

sito di Salvatore Borsellino

 http://www.19luglio1992.com/

Paolo Borsellino vive

http://www.youtube.com/watch?v=5thFZI2V1G4&feature=channel_page 

Giustizia , , , , ,

Chi era il socio occulto di Frank Agrama?

Oggi ho letto su Repubblica le notizie relative all’indagine per appropriazione indebita a carico di Silvio Berlusconi attualmente condotta dal pm di Milano Fabio De Pasquale.

Vi invito caldamente a leggere l’articolo in questione che è a dir poco sconcertante.

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/berlusconi-televisione/berlusconi-televisione/berlusconi-televisione.html

 

Mi limito a porre alcune domande che spero vengano sollevate in Parlamento e rivolte dai politici e dai giornalisti allo stesso Berlusconi.

 

Perché Frank Agrama comprava prodotti televisivi dalle major americane e li rivendeva a prezzi fortemente maggiorati a Fininvest?

Perché i manager di Fininvest non acquistavano direttamente dalla Paramount a prezzi notevolmente inferiori?

Chi glielo impediva?

Chi era il socio occulto di Agrama?

Lodo Alfano , , ,